Perché mangiare gli spinaci

Gli spinaci, la verdure preferita di Caterina de’ Medici, regina di Francia a metà del XVI secolo, sono un pieno di nutrienti racchiusi in un piccolo involucro.
É una delle fonti migliori di potassio (la quantità di potassio degli spinaci supera di 1,5 volte il la quantità di potassio di una banana) ed è un’ eccellente fonte di ferro. Ecco perché Braccio di Ferro, il famoso capitano dei fumetti, li usava per aumentare i muscoli e la forza per poter battere il suo rivale Bruto. Inoltre, la maggior parte delle poche calorie che contengono proviene dalle proteine!
Gli spinaci sono anche un’ottima fonte di magnesio, che il corpo utilizza per controllare la pressione sanguigna e per monitorare il sistema immunitario. Ecco perché le persone che soffrono di disturbi digestivi, gli anziani e i pazienti che stanno assumendo antibiotici o diuretici dovrebbero consumare più spinaci.
I vantaggi degli spinaci per la salute.
Grazie a un alto contenuto di Vitamina A, gli spinaci sono ottimi per chi ama avere una pelle e dei capelli sani. La Vitamina A è fondamentale per la loro crescita e per la costruzione e il mantenimento delle strutture di collagene nei tessuti corporei.
Gli spinaci sono anche ricchi di Vitamina K. La Vitamina K è associata a un minor rischio di fratture ossee perché va a modificare la proteina della matrice ossea.
Alcuni pigmenti carotenoidi contenuti negli spinaci, gli isomeri luteina e zeaxantina, proteggono la salute della vista. Queste due molecole assorbono la luce blu, e per questo motivo sono considerate un ottimo strumento per evitare che dosi eccessive di luce blu colpiscano le strutture più sensibili dell’occhio. Questo fenomeno di assorbimento protegge gli occhi dai danni ossidanti indotti dalla luce e impedisce lo sviluppo della degenerazione maculare legata all’età.
Infine, ma non meno importante, gli spinaci contengono una quantità maggiore rispetto alla media di acido alfa-lipoico, un antiossidante che aiuta ad abbassare i livelli di glucosio e ad aumentare la sensibilità all’insulina nei pazienti diabetici.
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