Cosa si rischia quando l’ipertensione non è curata

Ipertensione non è curata – Cosa si rischia
L’ipertensione, di per sé, non è una malattia e, per questo, alcuni tendono a sottovalutarla. Niente di più sbagliato: una pressione fuori controllo può, nel tempo, aumentare il rischio di ammalarsi anche gravemente. L’ipertensione, infatti, è come un ‘killer’ silenzioso che, passando spesso inosservata perché non dà alcun sintomo, gradualmente danneggia la salute di organi e tessuti, con un effetto detto multisistemico.
Nemica del cuore
Il legame più noto è quello tra l’ipertensione e le malattie cardiovascolari: il rischio di avere un infarto del miocardio è attribuito a valori alti di ‘massima’ e ‘minima’ in almeno un paziente su 4 [1] .
L’ipertensione sembra giocare un ruolo chiave anche nello sviluppo dello scompenso cardiaco, con il cuore che si indebolisce progressivamente, e della fibrillazione atriale, l’aritmia più diffusa nella popolazione.
Sebbene ci siano evidenze che una pressione sistolica oltre i 140 mm Hg esponga maggiormente l’iperteso al rischio di malattie cardiovascolari, anche chi ha una pressione medio-alta (con ‘massima’ di 130-139 mm Hg e ‘minima’ di 85-89 mm Hg) ha il cuore che rischia di più rispetto alla popolazione normotesa [2]. Questo vale sia per uomini che donne, ed è indipendente dall’età.
L’ipertensione, specie se non curata con farmaci e stile di vita sano, espone a un altissimo rischio di ictus, la principale causa di disabilità nella popolazione [3]. Anche se i gravi ipertesi sotto trattamento hanno comunque una probabilità più alta di avere un ictus nella loro vita, la migliore strategia per scongiurare il fatto che un’arteria si rompa o si chiuda improvvisamente è la terapia anti-ipertensiva: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità [4] riportare la pressione sotto controllo si associa al 40% di rischio in meno di ictus. Lo stesso vale per l’infarto del miocardio, affrontare l’ipertensione con le cure adeguate comporta una riduzione del 15% del rischio associato.
Come proteggere il cervello
Anche il cervello vede nell’ipertensione una grave minaccia. La correlazione tra pressione alta e un aumentato rischio di declino cognitivo è stata svelata dagli studi più recenti [5].
Il meccanismo non è chiaro, ma sembra essere per lo più indiretto: l’ipertensione gioca un ruolo importante nello sviluppo dell’aterosclerosi, che a sua volta può peggiorare le condizioni di salute del cervello. Oggi si sa che l’ipertensione può condurre anche all’Alzheimer, la più diffusa forma di demenza degenerativa nella popolazione anziana, e che questa strada senza ritorno sia addirittura imboccata precocemente, già a partire dalla mezza età. Inoltre, il rischio di ammalarsi di Alzheimer è triplicato negli ipertesi moderati che non seguono le terapie, e cresce di ben quattro volte con l’ipertensione grave non trattata.
Per questo è di fondamentale importanza riportare la pressione del sangue entro valori di sicurezza a qualunque età, e le terapie anti-ipertensive sembrano avere un effetto anche nel rallentare il declino cognitivo.
Danni ai reni e agli occhi
L’ipertensione cronica può fare danni dalla testa ai piedi, in modo diretto o indiretto. Essendo un importante fattore di rischio per il diabete, l’ipertensione è spesso coinvolta anche nel danno ai reni e alla vista. Una pressione cronicamente fuori controllo è, infatti, una delle cause più frequenti della disfunzione renale e può condurre alla nefropatia diabetica [6].
Infine, alcuni ipertesi possono manifestare problemi alla vista: la retinopatia ipertensiva, causata da un danno alla circolazione a livello oculare, colpisce un iperteso non diabetico su 10, mentre l’alleanza tra ipertensione e diabete può sfociare nella retinopatia diabetica, la principale causa di perdita della vista dell’età lavorativa.
Fonti:
1)European Society of Cardiology. 2013 ESH/ESC Guidelines for the management of arterial hypertension. European Heart Journal (2013) 34, 2159–2219
2) U.S. Department of Health and Human Services. Diagnosis, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure in Children and Adolescents. NIH Publication No. 05-5267 ; 2005. https://www.nhlbi.nih.gov/files/docs/resources/heart/hbp_ped.pdf
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