Quando l’ipertensione è una questione di famiglia

Ipertensione ereditaria
La dieta, il fumo, la sedentarietà, lo stress: sono tanti i fattori che possono esporci al maggiore rischio di manifestare, con il tempo, l’ipertensione [1] . Ma perché alcune persone, a parità di abitudini poco salutari, soffrono solo di pressione alta mentre alte diventano ipertese, in alcuni casi addirittura precocemente? La risposta è racchiusa nel nostro DNA, assicurano gli esperti.
Sì, perché se è vero che lo stile di vita errato incide sulla salute cardiovascolare, è anche vero che le sue conseguenze negative di manifestano con maggiore impatto nelle persone più suscettibili di altre a soffrire di ipertensione.
Che cosa ‘attiva’ l’ipertensione ereditaria
Anche se la genetica dell’ipertensione è ancora in larga parte da chiarire, alcuni studi sono riusciti a identificare quei geni che potrebbero spiegare perché la pressione alta ha una componente famigliare nel 40-50% dei casi [2]. I dati confermano che avere uno o più parenti stretti, come un genitore o un fratello, già ipertesi prima dei 60 anni può raddoppiare il rischio di manifestare l’ipertensione rispetto a chi non è geneticamente predisposto, e questo rischio può aumentare ulteriormente tanto più i famigliari ipertesi sono numerosi [3].
Non è l’ipertensione in sé a essere ereditata dai figli degli ipertesi, quanto delle varianti genetiche che causano un malfunzionamento di alcuni meccanismi fisiologici molto importanti per la buona salute cardiovascolare, come ad esempio quelli che controllano il rilascio di ormoni vasopressori, il volume di liquidi nei reni o la capacità di contrarsi del muscolo cardiaco. L’alterazione di questi processi chiave per la salute cardiovascolare non predispone solo all’ipertensione ma anche ad altri disturbi cardiaci [1] [2] .
La genetica da sola, però, sembra non bastare. Infatti, se il profilo genetico di una persona può essere considerato un terreno fertile per lo sviluppo dell’ipertensione o di altri problemi cardiovascolari, alcuni fattori ambientali fanno da interruttore per un aumento patologico della pressione sanguigna. Alcuni studiosi li chiamano fattori ‘ipertensiogeni’, tra cui troviamo l’obesità, l’insulino-resistenza, l’assunzione di alcol, l’assunzione di sale, la sedentarietà, lo stress, la dislipidemia e la scarsa assunzione di potassio o calcio [1] .
Quanto conosci la tua famiglia?
Se non si può remare contro la genetica, almeno è possibile adottare alcune misure preventive per attutire l’impatto dell’ereditarietà sulla propria salute cardiovascolare. Una strategia fondamentale è conoscere la propria storia famigliare, ovvero calcolare in quale misura l’ipertensione è diffusa tra i parenti più stretti. Se mamma o papà hanno o hanno avuto problemi cardiovascolari in giovane età, è molto probabile che il nostro rischio di manifestare ipertensione sia più alto della popolazione normale.
Per calcolare il rischio famigliare è consigliabile:
- fare una lista dei parenti più stretti (genitori, fratelli e sorelle)
- segnare chi di loro soffre o ha sofferto di ipertensione, disturbi cardiaci o ictus
- per ciascun membro, scoprire a quale età si sono manifestati i problemi cardiovascolari
La storia famigliare è un’ importante informazione anche per il proprio medico curante che, alla luce dei dati forniti, potrà suggerirvi quali misure preventive adottare per limitare il rischio di soffrire di ipertensione.
Fonti:
1) Clinical Cardiology: New Frontiers Essential Hypertension Part I: Definition and Etiology Oscar A. Carretero, MD; Suzanne Oparil, MD.
https://circ.ahajournals.org/content/101/3/329
2) GB Ehret et al. The genetics of blood pressure regulation and its target organs from association studies in 342,415 individuals. Nature Genetics 48, 1171–1184 (2016)
3) Centres for Disease Control and Prevention (CDC) https://www.cdc.gov/pcd/issues/2005/apr/pdf/04_0134_01.pdf
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