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L’ipertensione è donna dopo la menopausa

L’ipertensione è una patologia maschile? È un falso mito.
Gli Italiani ipertesi sono 16 milioni, di cui una percentuale piuttosto importante (37%) è costituita da donne, soprattutto quelle in menopausa.
Se tra i 55 e i 74 anni di età la probabilità di soffrire di ipertensione arteriosa è pressoché uguale nei due sessi, con leggera prevalenza maschile; dopo i 75 anni sono proprio le donne ad essere più ipertese dei coetanei di sesso maschile1.

Ormoni e ipertensione

La menopausa è un momento fisiologico della vita della donna, che coincide con il termine della sua fertilità, a causa della riduzione della produzione di estrogeni da parte delle ovaie (l’estradiolo). La carenza degli estrogeni comporta un possibile aumento del rischio di malattie cardiovascolari, quali l’ipertensione arteriosa; una ridistribuzione del grasso corporeo con aumento del grasso viscerale (grasso corporeo “a mela”, cioè a livello della cintura, detto anche obesità addominale); aterosclerosi subclinica e una modifica sfavorevole dell’assetto metabolico lipidico e glicemico2Riguardo al ruolo degli ormoni sulla pressione del sangue, l’estradiolo agisce sulla parete arteriosa con effetti diretti sul tono vascolare. La carenza di questo ormone determina quindi l’aumento delle resistenze periferiche con effetti sui valori pressori e – nelle donne predisposte – l’insorgenza di ipertensione arteriosa.
Già nel periodo premenopausale, le donne predisposte cominciano a manifestare un aumento dei valori pressori, fino a sviluppare l’ipertensione vera e propria nel post-menopausa. Il ruolo dell’estradiolo nella regolazione della pressione arteriosa è confermato dal fatto che la sua somministrazione a dosi fisiologiche, in post-menopausa, migliora il profilo pressorio3.
La pressione arteriosa tende ad aumentare gradualmente col passare degli anni, e questo è particolarmente evidente nel sesso femminile: le donne in menopausa hanno il doppio della probabilità di soffrire di ipertensione rispetto alle donne ancora in età fertile.

Giocare d’anticipo: scegliere una vita sana e dinamica

Il nuovo andamento fisiologico non deve allarmare, ma non può nemmeno essere sottovalutato: è importante un regolare controllo della pressione arteriosa e, nel caso di riscontro di elevati valori pressori, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante. È inoltre fondamentale essere costanti nell’assumere la terapia antipertensiva, quando prescritta.
La condizione di sovrappeso o obesità favorisce l’incremento dei valori pressori, moderazione e movimento sono quindi le parole chiave per mantenere l’equilibrio del metabolismo, il peso corporeo nella norma ed allontanare l’ipertensione.
La corretta alimentazione è un caposaldo della salute della donna, specialmente in questa fase, in cui la mancanza dello scudo protettivo degli estrogeni può generare vulnerabilità ed è comune l’aumento di peso. È necessario non solo ridurre il numero delle calorie ingerite, ma soprattutto aumentare l’attività fisica – meglio se all’aria aperta – per stimolare il metabolismo4. Non occorre essere grandi sportive, se riuscirete a dedicare quotidianamente almeno 30 minuti alla passeggiata a passo svelto, il vostro cuore vi ringrazierà4!
Una dieta ricca di fibre e verdure, inoltre, associata al consumo di una giusta quantità di proteine (preferibilmente carne bianca e pesce) è da prediligere. Se è meglio non abusare di alcool e caffè, lo stesso vale per l’assunzione di sale e zuccheri. In particolare, le linee guida 2018 della Società Europea di Cardiologia evidenziano che esiste una relazione causale tra l’assunzione di sodio e la pressione arteriosa: l’eccessivo consumo di sodio (> 5 g di sodio al giorno, equivalenti a circa un cucchiaino di sale al giorno) ha dimostrato di essere associato ad un aumento della pressione arteriosa. Al contrario, una riduzione di 4,4 g di sale/giorno (un cucchiaino da tè) è stata associata ad una riduzione media della pressione massima di 4,2 mmHg nel normoteso e di 5,4 mmHg nelle persone con ipertensione5Anche la frutta fresca e quella secca dovrebbero essere consumate con moderazione, meglio se lontano dai pasti o come spuntino. Al contrario, vi gioverà moltissimo bere tanta acqua: un adeguato apporto idrico assicura una corretta idratazione ed è essenziale per la funzione renale e per favorire la motilità intestinale. L’acqua viene introdotta con le bevande e con gli alimenti, ed è in genere consigliato assumerne mediamente 1,5-2 litri al giorno2. Infine, un cubetto di cioccolato fondente ogni tanto, per mantenere il buonumore e combattere lo stress4

L’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva è oggetto di controversie. Tuttavia, se somministrata all’inizio della menopausa con l’obiettivo di garantire un continuum ormonale, a basso dosaggio, come parte di una strategia globale per prevenire le malattie croniche dopo la menopausa, e soprattutto sotto stretto controllo medico, può rappresentare uno strumento terapeutico3.
In conclusione, nella gestione della pressione arteriosa nella donna in menopausa ha grande valore il regolare controllo pressorio, parimenti alla prevenzione e alla terapia. Provvedimenti assolutamente necessari includono la modifica dello stile di vita, l’adozione di una alimentazione sana, l’introduzione dell’esercizio fisico mirato ed il contenimento dello stress3.

 

Fonti:
1) S. Wassertheil-Smoller et al. Hypertension and Its Treatment in Postmenopausal Women Baseline Data from the Women’s Health Initiative, Hypertension, 2000
2) Indicazioni dietetiche per la prevenzione cardiovascolare nelle donne in menopausa. 2020, Azienda Ospedaliera – Università di Padova
3) Il rischio cardiovascolare tra peri-menopausa e menopausa. 2017, Fondazione CNR – Regione Toscana “G.Monasterio” e Istituto di fisiologia Clinica CNR Pisa
4) Alimentazione, stile di vita e medicina preventiva. Salute della donna in Menopausa. 2016, Università di Pavia
5) 2018 ESC/ESH Guidelines for the management of arterial hypertension, European Society of Cardiology – European Heart Journal

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