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Cos’è l’ipertensione arteriosa?

Ipertensione arteriosa

Ipertensione arteriosa

Non dà alcun sintomo ma, agendo in silenzio, può mettere a serio rischio la salute con il passare del tempo. L’ipertensione non è, di per sé, una malattia ma può giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di patologie cerebrovascolari, ictus, insufficienza cardiaca o renale. Per questo è così importante prevenirla o correre ai ripari quando la pressione supera i ‘limiti di sicurezza’ [1].


Ma cosa si intende per pressione circolatoria?
Il sangue circola lungo tutto il corpo attraverso delle speciali condutture, i vasi e le arterie. E’ il cuore, con il suo battito ritmico, a generare la forza propulsiva necessaria e a far sì che il flusso circolatorio si mantenga costante e raggiunga ogni organo e tessuto. All’interno di queste condutture si viene a creare, quindi, una pressione esercitata dal sangue sulle pareti di arterie e vasi [2].

La pressione arteriosa, che misura il flusso nell’aorta, è quella che fornisce maggiori informazioni sulla salute e che fa da campanello d’allarme quando qualcosa non va. La ‘massima’ (pressione arteriosa sistolica) corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie, e la ‘minima’ (pressione arteriosa diastolica) è invece il valore della pressione nelle arterie quando il flusso circolatorio torna verso il cuore. Dalla testa ai piedi, la pressione misurata può variare, così come cambia in relazione alle attività svolte o all’età. Per quanto fluttuante, però, la pressione arteriosa non raggiunge mai picchi estremi in condizioni di buona salute: anche durante l’attività aerobica intensa, infatti, la ‘massima’ aumenta lievemente, meno del 50% [2].

L’ottimale è avere una pressione ‘minima’ inferiore agli 80 mmHg e una ‘massima’ inferiore ai 120 mmHg [2].

Si parla di ipertensione arteriosa solo quando due o più misurazioni consecutive di pressione registrano valori di ‘minima’ superiori a 90 mmHg e valori di ‘massima’ superiori a 140 mmHg [2]:

  • dubbi sull’efficacia dei farmaci prescritti
  • timori sugli effetti collaterali delle terapie
  • se si assumono altre terapie
  • quando si preferisce assumere i farmaci in base ai propri impegni
  • il tipo di attività quotidiane svolte (lavoro fuori casa, viaggi, ecc)
  • se famigliari/parenti possono aiutarci a rispettare le terapie

Ipertensione arteriosa e dietaDato il suo stretto legame con lo stile di vita e l’alimentazione, l’ipertensione è un problema sanitario diffuso soprattutto nei Paesi industrializzati. L’Italia rientra in questa cerchia: la metà degli uomini e oltre un terzo delle donne dai 35 ai 74 anni soffrono di ipertensione. Stando a dati recenti, però, sono ancora moltissime le persone che ignorano di avere una pressione arteriosa fuori norma [4].

Ipertensione arteriosa e stile di vitaNella maggior parte dei casi, però, una pressione arteriosa elevata è considerata un fattore di rischio modificabile: l’adozione, ad esempio, di uno stile di vita più salutare e una dieta povera di sale possono contribuire a riportare i valori di pressione misurati nella norma, riducendo di molto i rischi per cuore o reni (3). Lo conferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità: tenere sotto controllo la pressione arteriosa, magari ricorrendo anche a terapie farmacologiche quando raccomandato, è associato al 40% di rischio in meno di ictus e al 15% di rischio in meno di infarto del miocardio [1].


Fonti:

1) Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 2003 World Health Organization (WHO)/International Society of Hypertension (ISH) statement on management of hypertension
http://www.who.int/cardiovascular_diseases/guidelines/hypertension/en/

2) Sheldon A. Magder. The Highs and the Lows of Blood Pressure. Critical Care Medicine: 2014;42(5):1241-1251

3) Clinical Cardiology: New Frontiers Essential Hypertension Part I: Definition and Etiology Oscar A. Carretero, MD; Suzanne Oparil, MD
https://circ.ahajournals.org/content/101/3/329

4) Progetto Cuore. Istituto Superiore di Sanità (Iss). http://www.cuore.iss.it/fattori/pressione.asp

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